Il lick di oggi mette in gioco il
tapping, probabilmente la tecnica che con più facilità si associa all’idea di chitarra solistica in ambito metal e
virtuosistico. A più di trent’anni dal suo debutto, non c’è dubbio che questo approccio esecutivo resti ancora il più moderno e inesplorato della chitarra elettrica.
L’idea di servirsi di tutte e le due mani sulla tastiera della chitarra, impegnandole nell’esecuzione di frasi, scale e arpeggi con un approccio pianistico, rende questa tecnica la più spettacolare e pirotecnica anche in virtù delle elevate
velocità che consente facilmente di raggiungere.
A
Eddie Van Halen è spesso attribuita la paternità del tapping. Alla fine degli anni settanta, con le sue innovazioni chitarristiche Van Halen diede via all’iper tecnicismo che caratterizzò –non sempre in maniera brillante – il chitarrismo rock degli anni ’80.
In realtà, esempi di tapping primordiale risalgono addirittura a Nicolò Paganini nelle sue follie violinistiche; e accenni di tapping sono presenti anche nel chitarrismo, precedente a Van Halen, di Steve Hackett e Brian May. E’ innegabile però che il merito di aver dato al tapping la voce e l’autorevolezza di tecnica solistica come la intendiamo noi oggi, resta tutto di Van Halen. Negli anni questa tecnica è stata adottata dai più grandi chitarristi della scena moderna che hanno contribuito a farla evolvere sia dal punto di vista armonico che gestuale: Steve Vai, Joe Satriani, Greg Howe, Kiko Loureiro, Jennifer Batten…ognuno di questi nomi ha apportato migliorie e
variazioni al tapping, rendendolo un approccio che, aldilà del denominatore comune di utilizzare le due mani sulla tastiera, è estremamente variegato.
Per dare un’idea dell’ampiezza degli approcci esecutivi possibili con questa tecnica, basterebbe pensare all’utilizzo del dito della mano destra che strappa le corde. C’è chi, come Steve Vai o Greg Howe, utilizza il dito medio della mano destra. In questo modo c’è il vantaggio di non dover mai mollare il plettro che resterà sempre incollato tra pollice e indice. (Approccio utilizzato per esempio, tra i docenti di Lick It! da Gianni Rojatti nei due lick “” e “”). Oppure c’è chi, come Giacomo Castellano in questa lezione, si serve del dito indice della mano destra per tappare le note sulla tastiera, alla stessa maniera di Paul Gilbert o dello stesso Van Halen. In questo caso, la difficoltà sarà spostare il plettro tra pollice e medio, lasciando libertà d’azione al dito indice. Problema che molti risolvono, tenendo il plettro addirittura in bocca!
Qualche suggerimento sul suono per il lick di oggi.
Partite da un suono solista che sia pure smaccatamente
metal. Usate il canale lead dell’amplificatore, scavatelo leggermente sulle medie e siate generosi con la distorsione.
Se per qualcuno questo settaggio risulterà troppo metal e old style, potrete scongiurerà l’effetto zanzara, dare più pancia e calore al suono semplicemente riducendo drasticamente il gain dall’amplificatore e aggiungendo un overdrive.
“Tip Tapping” rappresenta uno studio in tapping davvero evoluto e complesso che permette di snodare la pentatonica su intervalli altrimenti imprendibili. Un ottimo incentivo a spingere le nostre orecchie verso sonorità nuove e inesplorate.