di redazione [user #116] - pubblicato il 15 dicembre 2015 ore 10:30
Il tacco del manico ad accesso facilitato è l'ultima delle innovazioni introdotte con la collezione High Performance del catalogo Gibson USA 2016. Un articolo sul sito ufficiale ne illustra le caratteristiche e spiega le motivazioni della scelta, e ci ha ispirato alcune considerazioni.
Dopo un anno di sperimentazione selvaggia nel 2015, per il 2016 Gibson ha deciso di riportare in produzione i modelli più classici e di affiancare loro una nuova collezione che prevedesse tutte le innovazioni introdotte quest'anno più qualche chicca inedita. La serie prende il nome di High Performance e arriva sotto forma di opzione su tutta la linea Gibson USA. Tra le particolarità degli strumenti HP spicca un manico completamente ridisegnato rispetto ai canoni Gibson, a cominciare dalla tastiera per finire con l'attacco del manico, ora pensato per una ergonomia massima e battezzato Fast-Access Heel. Proprio di quest'ultimo si parla in un articolo sul sito ufficiale a questo link.
Come buona parte dei costruttori affezionati alle proprie tradizioni, anche Gibson ha conservato per lungo tempo un tipo di attacco manico-corpo non propriamente comodo. Un tacco spesso e con una definizione netta della giunzione ha un feeling e un fascino d'altri tempi, ma è innegabile che non sia la cosa più pratica da suonare quando ci si appresta ad affrontare le sezioni più alte della tastiera.
Per anni, i fan delle linee Gibson in cerca di un approccio più moderno hanno dovuto rivolgersi alle innumerevoli copie, spesso di ottimo livello, offerte regolarmente da produttori più giovani o più propensi alle reinterpretazioni radicali. Per la prima volta, quei chitarristi potranno avere "l'originale" senza rinunciare alla suonabilità a cui sono si sono abituati usando strumenti di terze parti.
Il Fast-Access Heel consiste in un attacco tra manico e corpo graduale, senza lo scalino classico dell'incollaggio vecchio stile. Gibson spiega che un tale disegno assicura una postura migliore, con la mano sinistra che scorre libera e graduale su tutti i tasti, raggiungendo posizioni oltre il 15esimo e dintorni con la stessa praticità con cui suonerebbe sui primi. Da una parte, dice Gibson, viene eliminato il fastidio di incappare in un gradino sotto il palmo mentre ci si avventura in fraseggi più acuti o in complessi arpeggi e pattern in tapping su più corde anche verso gli ultimi fret. Dall'altra, diciamo noi, senza quello scalino del tacco un chitarrista non abituato potrebbe perdere un importante punto di riferimento per orientarsi lungo i tasti.
Mentre la zona più alta viene piallata e smussata a dovere, il profilo del resto del manico resta quello classico, Slim Taper o più generoso, regolare o asimmetrico a seconda dei modelli. Come già visto nel 2015, viene invece modificata la larghezza: lo spazio tra le corde è immutato, ma qui la tastiera risulta leggermente più larga rispetto ai modelli classici al fine di ottenere maggior margine sopra il Mi cantino e sotto il Mi basso per favorire il vibrato senza il rischio di scivolare con la corda oltre il bordo del manico.
Il desiderio di innovarsi da parte di Gibson è senz'altro lodevole, ed è pienamente condivisibile la scelta di offrire una catalogo sdoppiato, dove tradizionalisti e amanti delle modernità possono trovare pane per i propri denti senza compromessi. Restano però alcune curiosità riguardo la fedeltà dei nuovi canoni al concetto di "suono Gibson". Grosso, medioso, organico e aggressivo solo quando richiesto, il timbro delle humbucker-munite più famose del mondo è il risultato del delicato equilibrio di scelte costruttive non solo legate ai materiali, ma anche alle misure e alle configurazioni dei progetti. C'è chi ritiene che quel tacco così grosso sia responsabile di una parte importante del carattere di una chitarra elettrica. Senza averne ancora provata una non ce la sentiamo di esprimere un giudizio, ma terremo senz'altro un occhio puntato su queste nuove Gibson "smussate e allargate" della collezione HP.