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Ripristino di un Bassman Silverface del 1969
Ripristino di un Bassman Silverface del 1969
di [user #16055] - pubblicato il

Del Fender Bassman si è detto tutto, ma c'è sempre tempo per affacciarsi tra i circuiti di un'edizione Silverface per l'esportazione europea risalente al 1969. Modifiche e aggiornamenti sono il pretesto per frugare nelle viscere e nella vera essenza di una testata che ha scritto la storia.
Parlare di un Fender Bassman, ovvero di un amplificatore per chitarra e basso che ha scritto la storia della categoria e che ha dato il via a interi nuovi marchi, sembrerebbe superfluo e forse lo è davvero. Su di lui credo sia stato detto tutto il possibile e forse aggiungere altro è veramente difficile, se a questo poi ci aggiungiamo il fatto che il nostro protagonista non fa parte delle serie più prestigiose come i Bassman Tweed dei primi anni '50 o i famosi Blackface di un decennio dopo, l'affermazione precedente potrebbe sembrare ancora più vera.
Tuttavia anche gli oggetti meno richiesti possono essere interessanti dal punto di vista tecnico e non solo collezionistico.
 
Ripristino di un Bassman Silverface del 1969

L'amplificatore sotto esame (anzi la nostra vissuta signora trattandosi di una testata) fa parte della serie chiamata Silverface ed è stato prodotto nel 1969, visto il suo numero di serie, dai nuovi tecnici per il tempo della CBS. Il suo circuito siglato AC568 derivava dalla versione AB165 del 1965 ancora Blackface e fu utilizzato dal 1968 al 1970 fino all'uscita della rinnovata versione AA270.

La testata è stata acquistata usata negli anni '90 per amplificare un contrabbasso già con una modifica importante, l'inserimento di un master volume tra la valvola sfasatrice - una 12AT7 - e le due finali 6L6GC.
 
Ripristino di un Bassman Silverface del 1969

Queste ultime le dovrebbero garantire un'uscita di cinquanta watt ma, come vedremo in seguito, non sarà così. Un'altra importante modifica era stata l'inserimento di nuovi condensatori elettrolitici Sprague, nell'apposita scatola metallica, per il filtraggio dell'alimentazione di rete, di valore capacitivo maggiore degli originali. Due di loro erano addirittura da 100uF invece di 20uF, ovvero cinque volte tanto, che se da un lato si traduce in maggiore filtraggio e quindi minori rumori in uscita, dall'altro appesantisce la richiesta di corrente al trasformatore d'alimentazione nei primi secondi dell'accensione. Anche le resistenze a loro collegate avevano valori superiori alla tolleranza massima e sono state sostituite come i cavetti di connessione.
 
Ripristino di un Bassman Silverface del 1969

La prima modifica, peraltro ben realizzata, non era più idonea all'attuale utilizzatore, un giovane chitarrista che vorrebbe utilizzare la testata per suonare del blues, lasciando una sua Marshall per situazioni più rockettare. I condensatori invece erano in condizioni pietose e necessitavano di una urgente sostituzione. Abbiamo quindi deciso di rimpiazzare gli elettrolitici con valori prossimi per eccesso agli originali come da schema elettrico, eliminare il potenziometro doppio del master ristabilendo il circuito nativo e coprire il foro lasciato da quest'ultimo con un potenziometro dei medi non presente in origine sull'amplificatore.

In questo modo abbiamo ripristinato il suono originale, per quanto possibile, dotandolo di un controllo in più sul canale Normal che permette sia di togliere sia di aggiungere la gamma centrale, aumentandone la versatilità.
 
Ripristino di un Bassman Silverface del 1969

Le valvole marchiate RCA sono state sostituite con delle nuove Sovtek e Tungsol tutte made in Russia. A proposito di queste, sulle confezioni vengono riportate come 12AX7WB/7025 per il pre, 12AT7W/6201 per la sfasatrice e 6L6GC/5881 per le due finali.
La 7025 è la versione militare della 12AX7 di cui Fender ha fatto grande uso per bassa microfonicità e alto guadagno. Poco conosciuta è la 5751, sempre americana, mentre l'equivalente europeo è la ECC83. Anche la 6201 è poco diffusa, ma risulta compatibile con l'europea ECC81. Infine, al posto della 6L6 possono essere inserite la 5881, la 7581 e le europee KT66 ed EL37. Occorre fare attenzione però alla tensione massima di placca e griglia schermo e alle loro potenze dissipate, perché non tutte sono idonee, in questo caso è meglio farsi consigliare da un esperto.

Nei miei lavori cerco sempre di avere tutto l'occorrente a portata di mano, come i corretti schemi elettrici e di montaggio. Se nel primo non ci sono stati problemi a reperirlo, il secondo sembra non essere presente sulla rete, per cui mi sono armato della versione successiva, la AA270, e con qualche piccolo ritocco grafico ho creato la versione mancante, che spero possa servire a qualcun altro che possiede lo stesso modello.
 
Ripristino di un Bassman Silverface del 1969

Il passaggio dallo schema AB165 a questo AC568 riguardò un diverso trasformatore d'alimentazione con maggiori tensioni d'uscita, valori diversi dei componenti nella sezione tra la sfasatrice e le finali nella controreazione e la presenza di due resistenze da 150 ohm / 7 watt sui catodi dei tetrodi di potenza collegati da un condensatore da 5uF non polarizzato. Altri piccoli condensatori nell'ingresso di queste valvole furono inseriti per limitare eventuali oscillazioni a frequenza elevata forse riscontrate in realizzazioni precedenti. Nessuna modifica da segnalare sul preamplificatore. Il successivo AA270 apportò modifiche al circuito di Bias e fece a meno delle due resistenze di potenza e del condensatore da 5uF tornando quasi allo schema del 1965.
 
Ripristino di un Bassman Silverface del 1969

Se si analizza lo schema elettrico, è presente un trimmer - visibile anche nelle foto - che non serve a tarare il Bias ma a ridurre l'hum sugli speaker, come descritto sulla nota numero 4. Io sono ricorso a misurare la caduta di tensione sulle due grosse resistenze di valore identico che, secondo lo schema, dovrebbe essere di 4 volt, pari a una corrente di Bias di 27mA. Il Bias risulta quindi fisso e dipendente dai valori resistivi dei componenti collegati. Sullo schema si può leggere il valore di -45 volt.

La prima sorpresa all'accensione è stata proprio questa tensione maggiore di -51 volt, che non permetteva un'uscita superiore ai 30-35 watt su 4 ohm, con una dissipazione sul tubo inferiore ai 10 watt invece di 12 watt. Inserendo una resistenza di valore opportuno, detta tensione è scesa a -48 volt, facendo sfiorare la dissipazione corretta come pure le tensioni riportate sullo schema. Questa modifica ha permesso di guadagnare un po' di potenza in uscita che ora si attesta su 35-40 watt su quattro ohm e 25-30 watt su otto ohm.

Per curiosità ho anche misurato l'assorbimento di potenza dalla rete elettrica che è di circa 50-55 watt in stand-by, 70-75 watt senza alcun segnale, 115 watt nei picchi di potenza su otto ohm e 130 watt se collegata a un cabinet da quattro ohm. Siamo lontani dai 50 watt promessi in uscita come dall'assorbimento di 175 watt riportato sull'etichetta interna in questo caso illeggibile.

La possibilità di dosare solo il controllo dei medi nel canale Normal mi ha anche permesso di controllare la larghezza della banda passante calcolata a -3dB, che è risultata compresa fra 220 e 3.900Hz dall'ingresso alla presa dello speaker. Le frequenze mancanti in basso, da 80 o meno a 220Hz, caratterizzano il suono della chitarra elettrica, ma se si vuole recuperare la parte più profonda delle note basse basta ponticellare i due canali e regolarli in modo appropriato.

A differenza di quanto indicato sullo schema elettrico, mi sono subito accorto che sul selettore del ground era mancante il condensatore da 47nF / 600 Vac, mai installato da Fender in questa unità, in quanto il reoforo era completamente libero da saldatura, una dimenticanza? Il selettore non aveva nessuna utilità e quindi ho attivato il suo funzionamento. Sarà utile?

Alla prova pratica il canale Bass, che presenta il controllo di Volume, Treble e Bass oltre al selettore Deep, rende un suono piuttosto grosso e mai troppo squillante, con il selettore e il controllo Bass che interagiscono molto tra loro e il solito difetto del possibile rumore quando si attiva il Deep, peraltro facilmente risolvibile. Anche azzerando i controlli di tono, il suono non si ammutolisce.

Il canale Normal è più adatto alla chitarra e propone invece i controlli di Volume, Treble, Bass e selettore Bright. L'aggiunta del controllo Middle permette di azzerare la banda media come di esaltarla, aumentandone la versatilità. A circa metà del controllo Middle si ha la situazione originale del circuito che, come l'altro canale, non ammutoliva il suono con i controlli di tono al minimo. Ora si può fare anche questo e spaziare da suoni più funky a suoni più blues, lavorando proprio su questo controllo. Il carattere del proprio strumento viene esaltato e favorisce le possibilità d'utilizzo con gli strumenti più diversi, dai single coil molto squillanti agli humbucker molto scuri.

Come su molti ampli con due canali e doppi ingressi, è possibile ponticellarli per sfruttare entrambe le caratteristiche timbriche dei canali, aumentandone le possibilità che anche qui risultano molto interessanti.
 
Ripristino di un Bassman Silverface del 1969

Riguardo al pannello posteriore, la targhetta indicante il fusibile mi è sembrata un po' ambigua, in quanto sullo schema originale la tensione di 120Vac è accoppiata a un fusibile da 2A di tipo Slow, ovvero ritardato. Con i 230Vac della nostra tensione di rete sarebbe meglio proteggerlo con fusibile da 1A ritardato anziché 1.5A come riportato.

Inoltre, visto che il proprietario non aveva ben compreso l'uso delle due uscite di potenza, è opportuno ricordare che l'uscita principale a sinistra va usata con cabinet da 8 ohm con cui eroga circa 30 watt, almeno in questo caso, oppure da 4 ohm che arriva a 40 watt. Se vogliamo applicare due cabinet alle due uscite, occorre che entrambi siano di almeno 8 ohm o maggiore e non è possibile utilizzare la sola uscita esterna.
 
Ripristino di un Bassman Silverface del 1969

Per concludere abbiamo realizzato con il proprietario, il giovane chitarrista Alex Spadoni, alcuni brevi video per fare ascoltare la testata collegata al suo cabinet originale Fender 2x15 e condita dalla pedaliera che usa abitualmente. Buon ascolto.
 
Qui il Bassman pulito e senza effetti.
 
 
Qui con l'aggiunta degli effetti in pedaliera.
 
 
Qui l'amplificatore alla prova su suoni crunch e lead con l'aggiunta di pedali.
 
amplificatori bassman elettronica fender gli articoli dei lettori vintage
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di MM [user #34535]
commento del 27/03/2016 ore 13:05:1
Grandissimo lavoro e grandissimo articolo.
Complimenti.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 27/03/2016 ore 17:17:49
Interessantissimo per me! Ne ho avuto uno in regalo da uno studio e che poi ho regalato a un amico chitarrista. Era con cassa Music Man 2x15" o 4x12" Marshall. Delusione... non era modificato come hai fatto tu! Marshall ha da parte loro modificato la testata Fender per il loro, adattando il circuito basilare a valvole europee, e credevo che una testata Bassman era più che tosto. Un ultra-Fenderone senza troppo crunch Marshall.
E lo può dunque essere seguendo i tuoi consigli. Tradurrò i punti salienti + copia circuito per passarlo a questo mio amico - se ne intende... Io in confronto so giusto appena cambiare corde!
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di RedRaven [user #20706]
commento del 27/03/2016 ore 21:53:50
L'articolo è molto interessante, e fa capire per l'ennesima volta quanta passione e competenza ci voglia per sistemare un amplificatore come si deve. Il suono dei filmati invece, sarà la chitarra, sarà il microfono, ma non mi piacciono per nulla nè puliti nè saturi: sento suoni secchissimi e quasi da transistor..
Rispondi
di mz2250 utente non più registrato
commento del 28/03/2016 ore 02:01:41
"attuale utilizzatore, un giovane chitarrista che vorrebbe utilizzare la testata per suonare del blues, lasciando una sua Marshall per situazioni più rockettare"
E poi nei video fa tutt'altro con una jackson con FR ...
Però l'articolo è molto interessante !
Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 28/03/2016 ore 10:11:47
suono troppo asciutto, secco, sottile....in effetti mi sembrano suoni poco "bassman", ma credo che dipenda dal microfono con cui è stato ripreso l'audio.
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di FBASS [user #22255]
commento del 28/03/2016 ore 11:19:08
Sono entrato in possesso, mediante un cambio alla pari, di una testata Bassman 100 Silver Label di quel periodo a cui manca però il pannello forato in compensato rivestito in toled del retro; avevano sostituito tutte le valvole ma io ho lasciato solo le 4 X 6L6 Bugera Matched, ho sostituito la preamplificatrice del canale basso con una 7025 Fender e quella del canale chitarra con una 7025 di importazione, più la invertitrice di fase con una ECC81-12AT7 Telefunken ( c'era montata una ECC83-12AX7 ) e la manopola master che mancava; per caso mi trovo due Jensen da 12 pollici e 16 ohm, proprio quelli della serie per il bassman, me ne occorrebbe trovare altri 2, ma in alternativa realizzerò una cassa più piccola poichè sono in possesso di due Hartke da 10 pollici ed 8 ohm con il cono in alluminio, il T.U. richiede 4 ohm ( adesso suono con un Bassman 100 Combo made in Mexico )
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di TidalRace [user #16055]
commento del 28/03/2016 ore 18:10:32
Il suono dei filmati è quello della videocamera Zoom Q3HD posta a due metri di distanza circa, tale da offrire la migliore inquadratura, la selezione del livello audio è stata posta in automatico, essendo le altre due fisse, una troppo bassa e l'altra troppo alta da creare distorsione. Il livello subisce specie nei primi istanti l'adattamento automatico del guadagno che crea notevoli abbassamenti di volume ma l'audio non ha subito alcun ritocco, come spesso accade in molti filmati professionali promozionali per migliorare la timbrica degli strumenti. Il suono se ascoltato con un paio di buone cuffie è molto simile a quello che ascoltavo in diretta ed è una caratteristica di queste serie, che suonano diverse dalle precedenti. Poi può essere la mano, la chitarra e le corde, oppure le regolazioni a determinare questa timbrica, non saprei, non potendo fare un confronto con altri Bassman ascoltati.
Rispondi
di smailpunk [user #10073]
commento del 29/03/2016 ore 11:47:4
Complimenti TidalRace,articolo estremamente interessante,scritto benissimo e con competenza.
Peccato che la demo sia imbarazzante e non per la scarsa qualità dell'audio,ma per le capacità del ragazzino che capisco l'imbarazzo e la poca esperienza ma risulta essere davvero inguardabile,se fosse possibile sarebbe interessante mettere in mano l'ampli in mano ad un chitarrista che sappia suonare per sentire effettivamente la "pasta"sonora
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 30/03/2016 ore 08:00:2
Rispetto sempre le idee di tutti, ma non posso non dire che davvero non mi piace questo commento.
Il ragazzo ci ha messo la faccia e ha suonato, bene o male non ha importanza. Troppo facile sparare sentenze da una tastiera nascosti dietro un nickname.
Soprattutto quando si usa la tastiera per scrivere "mettere in mano l'ampli in mano"....
In ogni caso questa e' una storia vecchia e non dovrei neanche commentare post come questi.
Tornando invece in topic, concordo con chi dice che l'ampli sembra suonare davvero molto diverso dal SilverFace cui siamo abituati.
Possiedo un Bassman 70 con il master, tutto originale e sembra davvero un'altra cosa. Non dico piu' bello o meno bello, dico solamente che sembra avere un suono molto diverso, piu' caldo, piu' avvolgente, con piu' botta, meno squillante.
In ogni caso complimenti per l'articolo, davvero bello.
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 29/03/2016 ore 22:34:16
No dai c'è qualcosa che non va nella registrazione,b deve esserci.
Ho provato questo ampli, quasi identico, un paio di mesi fa, il suono era mostruosamente bello e ricco, molto caldo, altroché.
Rispondi
di gwynnett [user #9523]
commento del 31/03/2016 ore 11:02:3
vorrei ricordare al colto pubblico che questo ampli che normalmente chiamiamo Bassman non è il 5F6A, quello che ha dato inizio ad una intera generazione di amplificatori, non è il mitico monocanale a catodo comune, bensì un bicanale con una struttura molto particolare e certamente non la più valida dato in numero esiguo di esemplari presenti

per quanto riguarda la prova dal vivo alquanto deludente devo dire che non sono il ragazzo o l'ampli la causa, bensì la chitarra, che almeno io, ed è opinabile, non trovo compatibile con quella circuitazione

la presenza di diodi al posto della raddrizzatrice ed i pickup di quella chitarra rendono il suono più squillante, meno caldo ed avvolgente

non dimentichiamo che la progettazione era finalizzata ad amplificare un basso, ed un basso i allora, senza cinque corde e tecnica di slap, per questo la scelta delle preamplificatrici era orientata verso le calde 7025 e come sfasatrice c'è un 12at7

collegando una strato o una semiacustica avremmo tut'altro suono

naturalmente il tutto rimane una mia opinione
Rispondi
di esseneto [user #12492]
commento del 31/03/2016 ore 16:01:00
Condivido la tua opinione in merito alla scelta della chitarra che ha molto poco a che fare con quel tipo di ampli anche se alla fine si tratta pur sempre di una strato non so se attiva o meno ma secondo me il carattere di questo ampli a prescindere dalla chitarra usata rimane quello che si sente nel video . Indubbiamente la cassa con i due coni da 15 influenza tantissimo il risultato finale e comunque penso che una regolazione con alti più ridimensionati aiuterebbe un pò a scaldare il tutto fermo restando che di Bassman come giustamente hai puntualizzato ha soltanto il nome.
Rispondi
di TidalRace [user #16055]
commento del 31/03/2016 ore 19:36:36
Grazie per il tuo apporto, quello che mi lascia veramente perplesso è la presenza delle due resistenze sui catodi da 150 ohm / 7 watt che non sono nemmeno bypassate dai soliti condensatori elettrolitici. Questa penalizza la potenza d'uscita soprattutto nelle basse frequenze in parte bilanciata da un primario del TU da ben 106 Henry (dato preso dalla scheda del ricambio Hammond). Evidentemente il ritorno a uno schema molto simile a quello del 1965 Blackface, la dice lunga sulla poca validità di questa soluzione, che però io ho voluto ripristinare e che al possessore piace. Ci sarà modo di modificarlo e migliorarlo in seguito, ma per ora rimane così. Non ho avuto modo di controllare l'integrità degli speaker, ma lui possiede anche un cabinet Harley Benton con due Vintage 30.
Per ciò che riguarda la chitarra Jackson, che comunque appartiene al marchio Fender, ha una configurazione HSS passiva, ed è la sua seconda chitarra, in quanto l'altra, sempre Jackson ma con pickup humbucker, era senza il mi cantino, appena rotto.
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