di redazione [user #116] - pubblicato il 20 gennaio 2017 ore 07:30
Con i suoi cinque controlli lo Sweet Honey è un overdrive dalle tante sfaccettature. Studiato per rendere al meglio con ampli già in distorsione. Lo abbiamo provato con una Strat e una Fano, una Marshall già un po’ arrabbiata e un Michele Quaini divertito.
Lo Sweet Honey Deluxe è la versione rivista e modificata dello Standard con soli tre controlli. Quelli che si ripetono sono gain, volume e focus. I primi sono i classici a cui siamo tutti abituati. Il terzo, invece, è qualcosa di leggermente diverso da un controllo di tono. Mentre agisce sull’eq generale, infatti, riesce a modificare il modo in cui lo Sweet Honey entra in distorsione sulle varie frequenze. Ruotandolo in senso orario boosta le alte ma entra in distorsione con più facilità. Al contrario quando lo si chiude completamente si ha un sound più smooth, garbato e leggermente più chiuso, ma senza un vero boost sulle basse. Nella versione Deluxe troviamo, per completare la sezione di equalizzazione, la manopola per il treble e quella per il boost. La prima agisce dopo lo stadio di gain mentre le basse vengono tagliate o aumentate prima. Questo permette di avere un controllo ben più raffinato sul sound globale dell’amplificatore e aiuta anche a recuperare eventuali carenze in termini di frequenza della chitarra che si sta utilizzando.
Come la versione standard anche la Deluxe può essere alimentata con un range che fa dai 7,5 ai 18v. Noi lo abbiamo collegato ad un alimentatore Vinteck a 9v. Cominciamo la prova con la Fano Art de Facto. Una simil Les Paul Junior dall’anima parecchio cattiva. Il Mad Professor dimostra subito un’attitudine a crunchare con decisione anche a bassi livelli di gain. Cominciamo tenendo la sezione eq in flat, compreso il focus. Con il P90 graffia subito. Interveniamo sull’eq per dare una maggiore spinta sulle alte. Il controllo interviene alla grande muovendo subito il segnale verso la direzione che volevamo. È preciso, così come il potenziometro dei bassi e il focus che regala ottime soddisfazioni quando lo si ruota a destra. Aumentando le medio alte comincia a mettere a dura prova la resistenza delle nostre orecchie, senza però diventare tagliente in maniera fastidiosa.
Lo Sweet Honey non è un overdrive molto spinto, lo notiamo soprattutto quando lo colleghiamo alla Strat. Nonostante la John Cruz di Michele abbiamo dei single coil cattivelli, riusciamo con facilità a restare nei territori del clean. È piacevole sentire come la pasta sonora resti sempre in bella evidenza dietro il velo di crunch che avvolge il segnale della chitarra.
Aumentando il guadagno il sound si fa ancora più grosso e potente, soprattutto con la LP. Le medie si fanno più prepotenti e anche le basse si vivacizzano, tanto che ritocchiamo un po’ l’EQ per riequilibrare le cose. Anche con la Strat quello che scaturisce dai coni è sufficientemente cattivo. Manca ancora una parte di corsa del potenziometro.
Raggiungiamo la fine, il livello 10 del gain. Come ci aspettavamo non esagera nel guadagno. Sweet Honey è un nome azzeccatissimo perché riesce sempre a restare nel limbo tra il crunch e la distorsione, salvo quando viene sparato in un ampli che già viaggia verso l’hard rock a vele spiegate.
Il Mad Professor è un pedale che ci ha lasciato piacevolmente colpiti. È un overdrive che può essere benissimo usato da solo, con la sua grande versatilità, in un ampli pulito, oppure sparato in un Marshall incazzato senza fare una piega. Versatile, ma con una buona personalità, ha saputo farsi distinguere tanto con la Fano che con la Strat. Il prezzo che si aggira intorno ai 190 euro non è proprio da overdrive economico, ma sa farsi apprezzare per la qualità del risultato finale, son quasi 200 euro ma ben ricompensati.
Mad Professor è un marchio distribuito da Gold Music