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Migliora i tuoi accompagnamenti: che coss'è l'amor |
Un brano più elementare dal punto di vista degli accordi può lasciare spazio per concentrarsi sull'affinamento di alcune tecniche interessanti di arrangiamento per chitarra acustica e voce. Ce ne dà un esempio Paolo Pilo con "Che coss'è l'amor" di Vinicio Capossela. Continua... |
di redazione [user #116] |
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Vinicio Capossela a Roma il 27 maggio |
Sono partite le prevendite su Ticketone e su Greenticket per il concerto di Vinicio Capossela, in programma venerdì 27 maggio a Roma all’Auditorium della Conciliazione.
La data romana concluderà la prima parte della tournée di Capossela che riprenderà, poi, in estate con nuovi concerti. Continua... |
di redazione [user #116] |
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Una gradita sorpresa. Vinicio Capossela a Catania |
acrobatuv scrive: Alle ore 21:30 mi siedo nella fila 13 posto 21 della tribuna del teatro Metropolitan di Catania. Il teatro è grande e così mi ritrovo abbastanza distante dal palco, ma ho in compenso una visuale ottima. Da buon “malato di chitarrite” cerco subito la strumentazione sul palco.
In primo piano si nota uno splendido pianoforte a coda, strumento principale del nostro Vinicio, sotto noto un amplificatore per chitarra che nonostante la distanza mi sento abbastanza sicuro nel dire che fosse un Vox ac30. Spostando lo sguardo sulla mia sinistra vedo una serie di strani strumenti che lì per lì non riesco a riconoscere se non fatta eccezione per uno xilofono. Più in alto si riconoscono facilmente un sassofono e la batteria. Infine alla destra del piano forte si intravede una chitarra e un amplificatore. Cerco di aguzzare la vista e mi sembrano una fender strato e un blues junior ma onestamente non ci metterei la mano sul fuoco, anche perché il chitarrista ha dato il fianco per tutto il concerto.
Continua... |
di acrobatuv [user #2989] |
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Tom Capossela e Vinicio Waits |
Innanzitutto e' importante ispirarsi bene :-)). E scegliere Tom Waits come modello puo' essere ritenuto un titolo di
merito. Poi bisogna vedere come lo si fa: per intenderci Elvis Presley e' stato
scelto come modello da Little Tony, Booby Solo e Bob Dylan. Il terzo ne ha ricavato qualcosa di piu'. E Vinicio e' proprio bravo. E' vero, peraltro, che non avendo mai visto un
concerto di Tom Waits (e me ne dispiace molto) non posso fare paragoni on
stage. In linea di massima (a
parte l'iconografia col cappelluccio) Vinicio mi sembra molto piu' solare e
caciarone di Tom, decisamente piu' simpatico e con una vena comica e
circense piu' pronunciata. Sulla follia invece Tom e' decisamente piu'
avanti :-)). Tom Waits e' comunque un grande, uno dei piu' grandi.
Non sono pero' d'accordo per quanto riguarda l'aspetto musicale. Canzoni a
manovella, seppur affondi fino al gomito nello stesso humus culturale di
Tom Waits, ma in realta' rifacendosi alle fonti (Brecht/Weill, il cabaret
espressionista tedesco, Karl Valentin, che secondo me Vinicio conosce
benissimo e interpreta anche) si discosta parecchio dal vecchio Tom. Il
clima e' decisamente mitteleuropeo, la voce ha tutt'altra estensione e il
tempo di valzer quasi sempre sotteso e' preesistente a Waits che, peraltro
e invece, coi Balcani centra come i cavoli a merenda. Simile invece una
certa tendenza "rumorista" e la caccia agli strumenti improbabili e
inventati, quasi come quelli proposti nel bellissimo disco di qualche anno
fa "Gravikords, whirlies & pyrophones" (new and unusual musical
intruments),
pubblicato con a corredo una frase proprio di Tom Waits: "Sit back and
enjoy the flight".
Per chiudere, secondo me, piu' Vinicio Waits e Tom Capossela in scena che
su disco e di sicuro non in misura tale da intristire. E poi, semmai, i
dischi vecchi erano molto piu' waitsiani di questo.
Leon
Continua... |
di Leon Ravasi [user #4] |
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Capossela: tra follia e genialità |
"Dalle tavole del palcoscenico del Teatro Smeraldo di Milano, il
vostro cantautore-pugile preferito! Vinicio Capossela!!!"
Armato di due baffoni finti da uomo forzuto e di una band di rara
intensita' e precisione Vinicio Capossela ci ha ammaliati e stregati per
oltre due ore.
Continua... |
di Leon Ravasi [user #4] |
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Caposella a manovella |
Disco non facile, ma nient'affatto banale. E' da ieri che lo sto facendo girare sul lettore. E passo,
alternativamente,
da stati di alterazione e irritazione a fasi di ammirazione. Canzoni a
manovella "soffre di genialita'"! Troppa. In eccesso. Ne basterebbe meno.
In
alcuni momenti sembra un disco tratto direttamente da un'altra epoca (gli
anni '30? '40?) e in altri ancora ti stupisce il suo essere fuori dal
tempo,
il suo vagare sulla luna alla ricerca di un senno che Capossela stesso deve
aver intravisto qualche volta, ma cosi' ... di sfuggita. La canzone del
Decervellamento, tratta da Jarry, e' una chicca assoluta. Ma non da meno la
Polka di Warsava, fatta di soli 8 versi "Il cielo e' fosforo/ la terra e'
cenere/ sferraglia celere/ il treno e va/ Sui bastimenti/ va la fanfara/ la
terra implora/ un altro brindisi". Irritante e da rincorrere col bastone
"Maraja'", ai limiti "Bardamu'" che alterna strofa bella a ritornello
demenziale. Dolcissima la "Canzone a manovella", nonostante
"palombaro/scafandro/boccaglio" o forse proprio per quello. Un misto tra
"La
marcia di Cip e Ciop" e un capolavoro. Qualcuno lo interdica per
"Rosamunda"
e gli elevi inni per "Solo mia". Bella "Corre il soldato", dal vago fuoco
balcanico. "Signora Luna", "Nella pioggia" e "Resto qua" sono belle pagine
un po'jannacciane. Tutto sa di Jannacci a dire il vero. Sia l'atmosfera da
circo che gli attimi più intimi e delicati. Quest'aria di polvere e pioggia
e inverno e caldarroste. Delicato acquarello "I pagliacci". Sospeso tra
Babbo Natale e le merce del periodo bellico, un miglio oltre Paolo Conte e
dimentico di Tom Waits. E' un disco ipertrofico, gonfio, strapieno. Con
piu'
strati di una torta pasqualina. Insomma da mangiare con appetito, da
spilluzzicare o da rigettare per il troppo pieno. Da amare o da
disprezzare,
ma comunque (credo) da comprare. Ce ne sono pochi di dischi cosi' in
Italia! "Una notte sul canale di Lubecca
,
in una vecchia fabbrica di polvere da sparo,
,
li' giacciono nella polvere accasciati
,
i vecchi pianoforti
,
dalla guerra abbandonati,
,
cani senza piu' padroni,
,
sull'attenti come vecchi maggiordomi
,
e in quelle casse sorde e addormentate
,
giace li' il silenzio di milioni di canzoni"
,
(I pianoforti di Lubecca)
,
Leon
Continua... |
di Leon Ravasi [user #4] |
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"Una notte sul canale di Lubecca
,
in una vecchia fabbrica di polvere da sparo,
,
li' giacciono nella polvere accasciati
,
i vecchi pianoforti
,
dalla guerra abbandonati,
,
cani senza piu' padroni,
,
sull'attenti come vecchi maggiordomi
,
e in quelle casse sorde e addormentate
,
giace li' il silenzio di milioni di canzoni"
,
(I pianoforti di Lubecca)
,
Leon
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