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Gibson Maestro torna con 5 stompbox inediti
Gibson Maestro torna con 5 stompbox inediti
di [user #116] - pubblicato il

Il primo fuzz della storia torna in una veste rinnovata e aggiornata sul piano tecnico, insieme ad altri quattro pedali a marchio Maestro, nell’ambito dei progetti di rinascita dell’universo Gibson.
Le vicende che hanno visto Gibson giungere al Chapter 11 e alla bancarotta nel 2018 sembrano ormai un lontano ricordo. Il colosso è in piena forma e una serie di mosse azzeccate sembra aver riportato il marchio nel cuore degli appassionati.
Dapprima la promessa di una maggiore attenzione alla tradizione con un catalogo semplificato e alleggerito di tutte le sperimentazioni meno apprezzate dai fan, poi l’acquisizione di una firma iconica come Mesa Boogie a dimostrazione di un’apertura anche verso i generi musicali più moderni, poi confermata con le collaborazioni in ambito rock con Gene Simmons e in ambito metal con Dave Mustaine. Quello di Gibson è un percorso che va in direzione di precisi stili musicali, ma anche un ritorno alle radici, che passa ora anche per gli indimenticati marchi satellite che hanno fatto parte integrante del suo passato.
È il caso del brand Maestro, autore di quello che è oggi ricordato come il primo distorsore nella storia della chitarra elettrica: il fuzz FZ-1.
Il marchio nasce storicamente in seno a Gibson e torna ora sulla cresta dell’onda con una rinnovata gamma di effetti a pedale, tra cui - immancabile - anche il “fuzz di Satisfaction”.



Tutti con tre manopole e un selettore centrale per un approccio immediato e quanto mai classico, ma con un pizzico di originalità, i pedali radunano alcuni dei toni immancabili nelle pedaliere di qualsiasi musicista, partendo proprio con un tributo all’FZ-1, il primo fuzz a sedere in una scatoletta ai piedi dei chitarristi.

Nella rinnovata gamma di effetti, il fuzz prende il nome di FZ-M Fuzz-Tone, e replica con fedeltà il sound del primo fuzz Maestro, spedito nell’olimpo degli effetti per chitarra con il successo dei Rolling Stones “(I Can’t Get No) Satisfaction”. Rombante, violento, eccezionalmente presente nel suono e asciutto quanto organico nella risposta sotto le dita e a seconda dello strumento che vi si collega, permette di modellare il timbro con Level, Tone e Attack, cioè gain. Il selettore al centro alterna le modalità Classic e Modern, una più legata alla tradizione e una ancora più spinta e a fuoco.



Il Ranger Overdrive intende replicare la saturazione calda e reattiva di un amplificatore valvolare d’epoca, mettendo sul piatto la definizione e la trasparenza di un segnale distorto miscelato a una piccola porzione del segnale pulito in ingresso, grazie al quale recupera attacco e risposta al tocco, risultando così una scelta adatta a chi è in cerca di un overdrive leggero da lasciare sempre attivo per colorare il proprio suono di partenza.
Oltre alle manopole di Gain, Tone e Level, amplia la tavolozza espressiva con uno switch centrale che alterna tra le modalità Lo e Hi, una più calda ed espressiva, una maggiormente rivolta alla chiarezza del suono e all’intelligibilità in un senso più moderno del termine.



Distorsore improntato su sonorità hi-gain, l’Invader Distortion si descrive come un effetto ricco per contenuto armonico e dalla spiccata flessibilità timbrica grazie a una riserva di gain generosa e a un filtro efficace sui toni.
Anche per lui i potenziometri regolano Gain, Tone e Level nella maniera più classica, ma un selettore al centro aggiunge un utile noise gate con cui ripulire e rendere più “tight” i suoni più spinti. Un trimmer nascosto dentro lo chassis permette di regolarne la soglia, così da adattare l’incisività del filtro a seconda delle necessità.



Non solo saturazioni, e nella linea Maestro c’è spazio anche per modulazioni e ritardi.
Il Discoverer Delay è un echo analogico basato su circuiti Bucket Brigade Device, per ripetizioni ricche di carattere, naturalmente più scure rispetto al segnale diretto e ideali per giocare con i tempi corti di uno slapback quanto per creare ambienti caldi e avvolgenti fino a 600ms. Un selettore per la modulazione permette di rendere le ripetizioni ancora più profonde e articolate, con possibilità di personalizzare la velocità e l’ampiezza dell’LFO agendo su due trimmer dentro lo chassis.



I BBD, Bucket Brigade Device, sono chip largamente apprezzati per qualsiasi effetto basato sui ritardi del segnale, e il mondo dei chorus non è immune al loro fascino. Il Comet Chorus ne fa uso per dare vita a una modulazione classica, calda e presente, con la doppia personalità di una modalità Earth più brillante e di una modalità Orbit più vicina a un rotary speaker, con un trimmer interno per modellarne a piacimento il colore.



Novità per il 2022, la rinata gamma Maestro è accompagnata da approfondimenti storici e retroscena sul sito ufficiale. Non è noto per ora se la collezione di cinque stompbox avrà o meno un seguito, ma su Accordo ne seguiremo l’evoluzione con interesse.
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Link utili
Il piano Gibson per riprendersi dalla bancarotta
La semplificazione del catalogo
L’acquisizione di Mesa Boogie
Gibson G2 con Gene Simmons
Le Gibson di Dave Mustaine
Ranger Overdrive sul sito Maestro Electronics
Invader Distortion sul sito Maestro Electronics
Fuzz-Tone FZ-M sul sito Maestro Electronics
Discoverer Delay sul sito Maestro Electronics
Comet Chorus sul sito Maestro Electronics
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di DiPaolo [user #48659]
commento del 22/02/2022 ore 19:18:52
Delle due l'una "i Rolling Stones non hanno usato il Fuzz Maestro" o l'altra "questo Fuzz non è l'esatta replica del Maestro". Paul.
Rispondi
di giambibolla [user #5757]
commento del 22/02/2022 ore 19:23:22
Sentendo le demo li comprerei subito, soprattutto l’overdrive
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 23/02/2022 ore 09:05:49
Perchè dite che il fallimento del 2018 sembrano un lontano ricordo? La Gibson ha comunque mezzo miliardo di dollari di debiti che da concordato devono essere ripagati, è sempre a un passo dal fallimento.
Rispondi
di TB [user #1658]
commento del 23/02/2022 ore 17:32:09
Lo dice pure Bloomberg vai al link che Gibson sta andando alla grande, grazie al boom nella vendita di chitarre dovuto alla pandemia, con "il portafoglio ordini più grande nella storia dell'azienda", una vera "manna per KKR", che gli consentirà una distribuzione di dividendi superiore al previsto e una maggiore capacità di reperire finanziamenti.
D'altronde, dopo il passaggio a KKR hanno acquistato Mesa Boogie, risistemato e razionalizzato il settore chitarre, acquistato GWW Guitar Cases e adesso si lanciano anche nel settore degli effetti con Maestro. Ah, hanno pure messo su un'etichetta discografica!
Una frenesia investitoria assurda, direi, per chi starebbe sull'orlo del fallimento...
Quello che conta non è la grandezza del debito, ma la capacità dell'azienda di generare ricavi sufficienti a ripagarlo nei tempi previsti, e sembra proprio che ce la stiano facendo.
Rispondi
di reca6strings [user #50018]
commento del 24/02/2022 ore 09:08:09
Lo dicono perchè è così: come scrive correttamente TB la misura del debito è ininfluente, quel che conta è la sostenibilità del piano industriale approntato per recuperare. E' vero che i debiti vanno ripagati, ma è altrettanto vero che non sappiamo quali accordi abbia stretto Gibson per rientrare: le procedure concorsuali (Gibson non aveva dichiarato un vero fallimento, ma una cosa simile al nostro concordato) servono anche per bloccare l'emorragia e raggiungere accordi al ribasso coi creditori; inoltre vi sono beni immateriali che Gibson può "spendere": diritti di partnership, subforniture ecc..
Pur con la pochissima simpatia che nutro per il marchio, non posso negare che l'operazione industriale di rilancio è riuscita perfettamente.
Peraltro, mi pare che siamo andati un po' offtopic: l'ggetto dell'articolo sono degli effetti, non le vicende finanziarie di Gibson.
Buona musica
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