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Cosa sono Presence e Resonance su un amplificatore
Cosa sono Presence e Resonance su un amplificatore
di [user #17844] - pubblicato il

Presence e Resonance non sono controlli di equalizzazione, non in senso stretto almeno. Ecco come il meccanismo di feedback negativo permette di adattare il proprio suono preferito alle diverse venue.
Il panorama dell’amplificazione per chitarra vede un gran numero di protagonisti, tutti differenti per approccio timbrico e per il modo in cui si dà al musicista la possibilità di scolpirne il suono al fine di cucirlo al meglio addosso alle proprie esigenze e ai gusti personali.
Il cosiddetto tonestack è il fulcro di questa fase del tone shaping, cioè la modellazione di fino di un suono. Si tratta dell’equalizzazione che si può applicare al circuito: esistono amplificatori che hanno un solo comando per filtrare solo una parte di frequenze, in genere quelle più acute, ma esistono anche meccanismi più complessi che lavorano sulle frequenze alte e quelle basse, fino anche a controlli indipendenti per basse, medie e alte frequenze. Ognuno ha i suoi tratti distintivi, e alcuni amplificatori hanno fatto scuola per il modo in cui i comandi non solo permettono di modificare il suono di base, ma interagiscono tra loro in un organismo di valvole e trasformatori che sembra vivere di vita propria.
Il tonestack però non è l’unico sistema con cui si modella la risposta in frequenze di un amplificatore, e non è raro incappare in circuiti provvisti di controlli di Presence e Resonance.

Cosa sono Presence e Resonance su un amplificatore

I controlli di Presence e Resonance vengono spesso indicati come dei valori addizionali alle normali manopole di alti, medi e bassi, per gestire rispettivamente la messa a fuoco di alti e di bassi. Se dal lato elettronico è sbagliato accomunare Presence e Resonance al tonestack, sul lato funzionale può aiutare a capire a cosa servono.

Il tonestack, ovvero i classici controlli di bassi, medi e alti, è composto da filtri che riducono o amplificano (se si tratta di un circuito attivo) diverse bande di frequenza. Si tratta di una classica equalizzazione e può essere gestita da un semplice controllo di Toni, due bande per bassi e alti, tre per bassi, medi e alti o anche più, basti pensare agli slide Mesa Boogie.

Cosa sono Presence e Resonance su un amplificatore

Generalmente, il tonestack agisce nello stadio di preamplificazione e, negli amplificatori a più canali, è possibile trovarne uno per ogni canale.
Resonance e Presence, invece, sono dei circuiti diversi che funzionano per il cosiddetto "feedback negativo". Senza scendere nel tecnico, prelevano segnale dal finale e per questo vengono considerati dei controlli "master", ovvero che agiscono sull'output generale dell'amplificatore.

Cosa sono Presence e Resonance su un amplificatore

Il feedback negativo è un particolare espediente elettronico utile a regolare la risposta dell'amplificatore. Consiste nell'inviare una parte di segnale in uscita dal finale di nuovo al preamplificatore (il che, attenzione, non vuol dire "all'ingresso dell'amplificatore") con fase invertita. Si genererà così una cancellazione di fase che ridurrà in parte il segnale. In soldoni, diverse regolazioni determineranno la propensione alla distorsione e una regolarità o meno dei toni.

Resonance e Presence partono dal concetto di feedback negativo e sono composti da dei filtri per cui non vanno a sottrarre indiscriminatamente tutto il segnale, ma solo una banda di frequenze. Per semplificarne l’effetto, il Resonance può rendere il suono gonfio e ingolfato o secco e definito sulle basse, mentre il Presence può far emergere dal mix la chitarra con maggior facilità, se richiesto.

Va comunque precisato che esistono delle eccezioni, amplificatori in cui Presence e Resonance funzionano come normali controlli di tono che alterano delle precise frequenze (che variano di modello in modello) per rincorrere uno scopo simile.
Solitamente Resonance e Presence risultano utili per regolazioni di fino e per adattare la risposta dell'amplificatore all'ambiente e al volume (generalmente, a volumi maggiori è più facile avvertire il loro intervento). Un consiglio può essere di usarli per adattare il proprio suono di sempre alle diverse situazioni, agendo su di essi anziché sul tonestack quando ci si trova su un nuovo palco.
amplificatori per chitarra elettronica il suono
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di TidalRace [user #16055]
commento del 01/10/2023 ore 08:40:40
Una cosa che non è stata scritta, riguarda la posizione del tonestack su un amplificatore, che può essere prima degli stadi votati alla saturazione, in questo caso si andrà a modellare la pasta per la migliore saturazione, magari asciugandolo sui bassi e facendo emergere i medi, oppure può essere dopo gli stati della saturazione, il che vuol dire filtrare le frequenze per la post equalizzazione, tipico il taglio dei medi per un suono metal. Al contrario Presence più frequente e Resonance che si trova meno frequentemente e in genere su amplificatori di una certa taglia, applicano il loro intervento dopo gli stadi di preamplificazione e quindi post saturazione andando ad incidere molto sulla timbrica finale.
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 01/10/2023 ore 11:14:04
Va inoltre detto che il Resonance è tattico per sparire totalmente quando suoni con la band. Basta alzarlo.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 01/10/2023 ore 14:36:04
La spiegazione tecnica ci sta, a lato pratico sono controlli per alti e bassi.
Sicuramente i nomi possono essere fuorvianti.

Anche se il controllo più frainteso della storia è il gain del mixer, anche quando lo spiego c'è chi spegne il cervello e continua a pensare che sia un anti-feedback se non qualcosa di più strambo.
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di Sykk [user #21196]
commento del 01/10/2023 ore 14:38:36
Edit.. ma fare un bell'articolo sull'uso del mixer?
L'aumento dei sistemi digitali e la tendenza ad avere un mixer della band potrebbero rendere un articolo così, fondamentale.
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di vicky utente non più registrato
commento del 01/10/2023 ore 17:57:5
Idem dicasi del tone stack degli amplificatori: " metti bassi medi e cuti a ore 12, così il suono è neutro".
Quando spieghi che i toni degli ampli per chitarra sono la cosa meno neutra che può esistere, (per avere risposta piatta solitamente bassi e acuti a 0 e medi a 10) ......puff cervello in catalessi, giri a vuoto e folle in discesa
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di Sykk [user #21196]
commento del 01/10/2023 ore 19:58:12
Infatti quando pensavo di costruirmi un ampli volevo farlo senza tone stack e usare un equalizzatore grafico nel loop.
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di vicky utente non più registrato
commento del 02/10/2023 ore 09:52:16
tu però sei avanti!! (non sto scherzando)
Perchè hai toccato un altro tabù dei chitarristi: l'equalizzatore.
Un'entità aliena, misteriosa, più dei segreti di Fatima, più del gran brelè........
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 02/10/2023 ore 11:42:23
Eh, ci si arriva un po' alla volta, ma la visione d'insieme l'hai solo se studi i circuiti, provi a fare anche il fonico, sperimenti.. su questo il digitale mi ha aiutato tanto, altrimenti non avrei mai comprato un parametrico per tagliare tutto al di sopra di una frequenza x ad esempio
Rispondi
di lolloguitar [user #48123]
commento del 10/10/2023 ore 15:19:18
Sicuro che per avere un'uscita "piatta" la tua sia la regolazione corretta? Per quanto ne so dipende da amplificatore ad amplificatore... Alcuni funzionano tipo pot lineari e messi a ore 12 filtrano il 50% del segnale della rispettiva fascia di frequenza, altri invece o ore 12 non influiscono sul suono e aumentando funzionano da boost. Quella che dici tu delle medie a 10 ( intendi il massimo?) Basse e alte a zero non mi torna
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di vicky utente non più registrato
commento del 10/10/2023 ore 16:59:5
La maggior parte dei controlli di tono degli amplificatori x chitarra è lo schema passivo tipo fender, Vox o Marshall con qualche variante. Difficilmente è una equalizzazione di tipo attivo.
Ad ogni buon conto quanto ho scritto è stato riscontrato praticamente a banco con analizzatore di spettro su più amplificatori diversi.
Uniche eccezioni: gli amplificatori italiani anni 60/70 che utilizzavano praticamente tutti la configurazione baxandall la quale, pur essendo passiva, è quella tipica dell'hifi , e che dà risposta piatta con potenziometri a ore 12.
Se vuoi divertirti x capire cerca in rete "toner stack calculator", una app della Duncan .
Ha già predisposti i classici schemi fender Vox baxandall ecc.
Puoi cambiare i valori dei componenti e vedere le risposte in frequenza muovendo i potenziometri.
Molto istruttiva
Rispondi
di vicky utente non più registrato
commento del 10/10/2023 ore 18:03:42
vai al link
Rispondi
di dantrooper [user #24557]
commento del 20/10/2023 ore 00:36:55
92 minuti di applausiii!!!
ma quando lo andiamo a dire veniamo bruciati sul rogo.

Ps se non erro (ma non ricordo bene) la risposta piatta indicata da te (bassi e acuti a 0 e medie a 10) dovrebbe esser quella del marshall, mentre per alcuni altri ampli cambia (ognuno ne ha uno proprio in base alla progettazione).
Lessi una cosa del genere più di una decina di anni fa, ma non sono certissimo dell'attendibilità
Rispondi
di vicky utente non più registrato
commento del 20/10/2023 ore 02:25:29
Viviamo anni dove si dà più retta agli stregoni che agli scienziati.......
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 02/10/2023 ore 01:15:51
Al mio Mesa la presence se alzo troppo fischia anche a volume zero
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 02/10/2023 ore 11:46:59
Potrebbe avere senso, mi spiego, la retroazione negativa nasce per rendere stabile il circuito.
Alzare il presence significa avere meno retroazione negativa sulle alte frequenze e quindi un circuito meno stabile.
L'instabilità può portare all'innesco di oscillazioni indesiderate.
La cosa che mi sembra strana però è che un produttore come Mesa possa aver concepito un circuito che permetta all'utilizzatore (un chitarrista e quindi non un tecnico) una configurazione che porti in zona instabile, e per questo potrei supporre che ci sia un malfunzionamento.
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di pelgas [user #50313]
commento del 02/10/2023 ore 11:55:
è il primo Caliber, senza equalizzatore, non il tipo normale ma un tipo più potente (in pratica è il primo canale del Mark). ha 9 valvole, 5 del pre (prima valvola, rettificatrice, reverbero, presence e toni; piu' 4 del finale. nella sua storia ha suonato in puglia per 20 anni. poi un giorno io finii a Lecce e mi piacque la storia che aveva dietro, me ne innamorai, il prezzo fu di poco meno di 5 piotte (cinquecento euro) per un ampli che oggi vale probabilmente più del doppio.
l'unico inconveniente è che ha qualcosa che non va.
l'ho portato e pagato da ben 3 tecnici, radiotecnici.
ciascuno ha detto la sua, migliorato, saldato o dissaldato, spiegato, modificato, sostituito valvole.
alla fine della giostra ci ho speso una barca di quattrini ma dal vivo mi ha sempre tradito con instabilià, ronzzii, inneschi, cali, ecc. come se dentro ci fosse un nano malefico
Rispondi
di edgar587 [user #15315]
commento del 02/10/2023 ore 12:26:31
ti capisco benissimo, 3 anni fa comprai, per puro feticismo, un peavey heritage, un semivalvolare di 40 anni che sembra concepito per il blues rock, una delizia davvero. purtroppo, un ampli vecchio è quello che è: un ampli vecchio. me lo sono goduto per qualche mese, tirando a canna in saletta e sperimentando tutti i livelli di saturazione, poi sono iniziati i malfunzionamenti. l'ho fatto riparare e poi venduto, perdendoci, perchè sapevo che nemmeno lo avrei più utilizzato. mi sono tenuto il valvolare più piccolo e recente, e i miei simulatori digitali....
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 02/10/2023 ore 21:18:2
mi fa una rabbia
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 02/10/2023 ore 15:03:43
Forse l'hai portato dai tecnici sbagliati...
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