Premessa: i "test della qualità" sono una cosa seria e devono avere caratteristiche precise, prima tra tutte l'eliminazione della soggettività grazie all'uso di strumenti dedicati. Esempio: in un motore d'auto verifichi potenza, coppia, emissioni, consumi. In un obiettivo fotografico misuri risoluzione, aberrazioni, distorsioni cromatiche. In un paio di sci provi flessibilità, resistenza alla torsione, velocità di ritorno, eccetera. Tutto questo è regolato dalle norme sulla certificazione della qualità, definite da enti come ISO, DIN e UNI a cui chi fa il test si deve attenere, anche per mettersi al riparo da eventuali azioni legali dei produttori scontenti.
Questi "test della qualità" hanno però un doppio limite: (1) non sono economicamente alla portata di una rivista come ACCORDO (ma neppure di Guitar Player) e (2) se anche lo fossero risulterebbero comunque del tutto inutili, perché gli strumenti scientifici non sono (per ora) capaci di comprendere le qualità che davvero contano in uno strumento musicale, sulle quali il giudizio è elaborato e influenzato da gusti, attitudini, talenti, sovrastrutture psicologiche, percezioni soggettive, insomma tutti aspetti a cui i numeri dicono poco o nulla.
Per esempio: il nuovo sci Head i-Magnum in laboratorio fornisce valori massimi su quasi tutti i parametri, ma io scio meglio con l'i-Speed. E ancora: nel 1984 i dati scientifici spinsero Leo a dire che il suo "Magnetic Field Design" era "il miglior pickup mai realizzato", ma poi di F-100 se n'è vendute poche e il successo per G&L è arrivato dopo la decisione di tornare a pickup tradizionali, con quei difetti (o meglio, idiosincrasie) che danno personalità.
Gli strumenti musicali oggi sono strutturalmente validi in relazione al prezzo, con pochissime eccezioni (e comunque il consumatore è molto tutelato, si parla di estendere il diritto di recesso anche alla vendita in negozio). Le differenze che contano sono quelle soggettive: sonorità, suonabilità, aspetto e soprattutto - la più soggettiva di tutte - capacità di ispirare il musicista (ne abbiamo parlato anni fa). Per questo un recensore - per quanto competente, autorevole ed esperto - potrà fornire uno spunto, ma non potrà mai sostituirsi all'universo delle soggettività, le quali grazie a Internet sono tutte lì, con le proprie opinioni, a fornire spunti preziosi.
E comunque diciamolo: nel 2017 la figura del recensore che dispensa giudizi e consigli dall'alto ha anche un po' rotto i coglioni, voglio dire, abbiamo tutti testa e consapevolezza sufficienti a formarci un'opinione, no? E allora è molto meglio un recensore che informa. Per queste ragioni - e non per faccende di bottega a base di "diplomazia", "marchette", "favore degli inserzionisti" e altri luoghi comuni che saltano fuori appena si tccano questi argomenti - le nostre recensioni di strumenti nascono per dare al lettore informazioni e aiutarlo a capire se uno strumento rientra nella sua sfera di interesse, se vale la pena di esaminarlo dal vivo o cercando in Rete le impressioni di chi già lo usa. L'intervento soggettivo importante avviene a monte, con la selezione di ciò che la redazione ritiene meritevole di attenzione per innovatività, esclusività, rapporto qualità prezzo, filosofia costruttiva, eccetera. Un'attitudine più utile, sincera, trasparente, attuale. |