Il Princeton Reverb è uno tra i modelli più celebri nella tradizione Fender. Rappresenta il tono californiano nella dimensione mediamente portatile, con potenza contenuta per spremere le valvole su un palco senza esagerare col volume e con l’inconfondibile risposta di un altoparlante leggermente più piccolo della media, per tutta la morbidezza dei 10 pollici.
L’amplificatore, ancora un riferimento per il mondo valvolare, abbraccia adesso le più moderne tecnologie di modeling, si libera delle valvole e di una bella porzione di peso, ma non rinuncia al fascino e al sound di sempre, .

La formula degli amplificatori Fender Tone Master è quella di un intero cervello elettronico assemblato al solo scopo di restituire il timbro, il feeling e la reattività di un preciso amplificatore valvolare. Niente display con cui programmare preset né diffusori FRFR in cui inviare IR, ma uno chassis tradizionale con le stesse manopole che si troverebbero su un Princeton Reverb a valvole e un altoparlante per chitarra, con cui donare un’esperienza davvero difficile da distinguere dall’originale.
Al contempo, la scheda tecnica si arricchisce e, sul retro, è possibile notare una serie di accorgimenti del tutto moderni. È presente un’uscita di linea bilanciata con presa XLR e relativo potenziometro del volume per prelevare il segnale in diretta, senza dover microfonare l’amplificatore, ma contando su due tipologie di cabinet simulati con tecnologia IR per il recording o per le esibizioni sui palchi più impegnativi in cui è necessario passare per l’impianto PA.
È inserito inoltre un attenuatore di potenza a sei step, che dai 12 watt totali arriva fino a 0,3 watt per trovare collocazione dal palco agli ambienti casalinghi più tranquilli senza perdere consistenza sonora. In aggiunta, uno switch Mute consente di silenziare l’uscita in fase di registrazione o per quei live in cui si vuole ascoltare gli strumenti solo dall’impianto tenendo silenzioso il palco.

Sul piano dell’usabilità, il Princeton Reverb resta quello di sempre.
L’impostazione è quella di un amplificatore monocanale con manopole per il volume, equalizzazione a due bande con controlli di alti e bassi, un potenziometro per il riverbero e controlli di velocità e intensità per il tremolo.
Nel mobile in pino, leggero e risonante, è collocato un altoparlante made in Italy: un Jensen C10R Special Design da 10 pollici.
All’interno, però, non compaiono valvole e nemmeno molle fisiche per il riverbero, che diventa un modello originale Fender ricreato con tecniche di convoluzione per una risposta avvolgente e profonda, organica in tutta l’escursione.
In dotazione, il doppio footswitch permette di azionare riverbero e vibrato, ovvero il tremolo.
Un combo come il Princeton si promette ricco in presenza sonora, con la risposta tipica dell’altoparlante di medie dimensioni, focalizzato sui medi e medio-alti contando su una gamma bassa morbida e acuti presenti ma non eccessivi.
Con il Tone Master, Fender sfrutta un DSP e tecnologie di modeling proprietarie per replicare attraverso il digitale tutto il comportamento dell’originale, dalla dolcezza sonora a bassi livelli di volume alla leggera propensione alla saturazione quando si porta il livello verso fine corsa e si calca la mano.
Grande attenzione è stata rivolta anche al modo in cui il Princeton si relaziona con pedali esterni, digerendo distorsioni in modo apprezzabile e lasciando uscire sempre il caratteristico timbro Fender, ingombrante in tutta la gamma di frequenze e reattivo, per valorizzare ogni tipo di suonato.
, propria di metà anni ’60. Nella sua nuova struttura, l’amplificatore arriva a pesare soli 9kg rispetto ai 15 originali e, di pari passo, anche il prezzo sul cartellino cala in maniera sensibile se rapportato alla . |